L’8 marzo e la sindrome di Ginger Rogers

Cosa c’entra l’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti della Donna con Ginger Rogers?

Forse non tutt* ricordano la coppia di ballerin*, artisticamente nata negli anni ’30 e che ha fatto sognare in tant* per la capacità di danzare con classe, ritmo e una grandissima sintonia.

Facevano gli stessi passi di ballo, con una differenza:  Ginger Rogers li faceva all’indietro e sui tacchi a spillo.

La sindrome di Ginger Rogers sta dunque ad indicare una modalità di pensiero, che tutte le donne conoscono, anche se non le hanno mai dato un nome. Si tratta di quell’ingombrante sottinteso, per cui se sei una donna e vuoi fare le stesse cose di un uomo, tutt* si aspettano che tu le faccia in modo migliore, mettendoci più impegno e fatica, ballando all’indietro e sui tacchi a spillo, appunto!

Questa visione del mondo è figlia di uno sguardo maschilista che pensa che nella nostra società alle donne, per essere considerate alla pari degli uomini, non basti avere gli stessi diritti, ma sia necessario dimostrarsi più brave, più forti, più grintose e più impegnate. 

Il presunto “sesso debole” per stare alla pari deve giocarsi la partita della forza e vincerla doppiando l’avversario, altrimenti starà sempre un passo indietro che si sa che “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”!

La particolarità è che questa modalità di pensiero è condivisa anche da molte donne che si definiscono, o si sentono gratificate, nell’essere definite multitasking, wonder woman, o supermamme e poi si ritrovano a dover lavorare il doppio dei colleghi uomini e, come confermano i dati sul gender pay gap, ad essere pagate meno, e a scontrarsi ancora con la difficoltà di fare carriera, di raggiungere, a parità di merito, gli stessi livelli che raggiungono gli uomini, senza sbattere la testa su quel soffitto di cristallo, prova invisibile ma molto tangibile della presenza della segregazione verticale nelle professioni.

Ma finché si partirà da questo presupposto non potrà mai esserci una vera parità.

Oggi il nostro contributo di psicologhe e psicologi vuole essere quello di posare lo sguardo su un fenomeno sottovalutato per poter gettare le basi per la costruzione di una narrazione e una rappresentazione sociale differente. Perché solo quando le conquiste sociali, economiche e politiche saranno ugualmente ottenibili dalle donne e dagli uomini non ci sarà davvero più spazio per la discriminazione e la violenza di genere.

 

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Data: 08-03-2021

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