25 Novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.
(Alda Merini)

Le parole di Alda Merini sono la sintesi perfetta di un fenomeno purtroppo ancora attuale: la violenza contro le donne, che ad oggi miete ancora tante, troppe vittime innocenti. 

Le ricordiamo il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma sono parole che devono essere impresse ogni giorno in tutte e tutti noi.

Parole che fanno riflettere e che è importante diffondere, in modo che riescano ad arrivare al numero maggiore possibile di persone: donne e uomini, ragazze e ragazzi.

Alle ragazze e alle donne perché sappiano che la violenza, psicologica o fisica che sia, non ha niente a che fare con l’amore. Perché imparino prima di tutto il rispetto per se stesse, in modo da poter bloccare al primo segnale la mancanza di rispetto altrui.

Ai ragazzi perché crescano nella cultura del rispetto e dell’uguaglianza nella diversità.

Agli uomini perché siano consapevoli che non esiste amore se non c’è rispetto di sé e dell’altro.

Ai genitori perché si facciano portatori e portatrici di valori educativi basati sull’uguaglianza, il rispetto e la parità.

MA CHE COS’È LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE?

È una giornata istituita dall’ONU nel 1999, un’occasione di confronto e discussione sui temi della violenza sulle donne e del femminicidio. Temi che alla base hanno ancora la disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. La Dichiarazione dell’Assemblea Generale dell’ONU definisce la violenza contro le donne come “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.

C’È ANCORA BISOGNO DI QUESTA GIORNATA?

Purtroppo si!


I dati del rapporto EURES sul femminicidio in Italia ci dicono che sono 91 le donne uccise nei primi 10 mesi del 2020, una ogni tre giorni, un dato che fa rabbrividire, soprattutto se pensiamo che la maggior parte dei femminicidi avvengono nel contesto familiare e domestico. La pandemia e il lockdown poi, hanno peggiorato ulteriormente la situazione, perché durante la chiusura per l’emergenza sanitaria i femminicidi sono triplicati e si è arrivati a una donna uccisa ogni due giorni (44 donne uccise tra il 9 marzo e il 3 giugno 2020) (dati del Viminale).
Se poi analizziamo gli utlimi dati ISTAT relativi alle molestie e alle violenze potremo vedere che nella propria vita quasi 7 milioni di donne hanno subito una forma di violenza sessuale o fisica.

SI PUÒ FARE PREVENZIONE SUL TEMA?

Per poter dire davvero basta alla violenza sulle donne è necessario portare avanti un processo di evoluzione culturale che superi la visione stereotipata e sessista dei ruoli uomo-donna e che deve necessariamente partire dall’educazione dei più giovani che deve essere fatta anche attraverso la scuola, sin dall’infanzia.

E SE LA VIOLENZA È GIÀ IN ATTO?

Se la violenza è già in atto bisogna denunciare. Sappiamo che non è facile e che questo passo è proprio il primo ostacolo da superare, soprattutto quando si è vittime di violenza in famiglia e/o quando ci si sente sole, senza un sostegno nell’affrontare una situazione complessa e spesso ambigua. Oggi ci sono tanti strumenti per chiedere aiuto: ci sono le forze dell’ordine e c’è il Telefono Rosa, con un centralino attivo 24 ore su 24, si può chiamare il 1522 per entrare in contatto con le esperte volontarie che potranno dare le prime indicazioni e un primo sostegno.