Ascoltare i no e percepire la violenza: un apprendimento urgente
Siamo di fronte a un triangolo preverso, sintomo grave della qualità dell’attacco alla pari dignità che la cultura, la politica e la società tutta fa fatica a impiantare e cementare nella comunità e nelle sue relazioni come un valore e come pratica relazionale naturale tra le persone in tutti i contesti.
Una ragazza in bichini viene esposta ricoperta di cioccolato sul buffet dei dolci in un noto hotel in Sardegna. Un generale sogna un mondo nero profondo dove non serviranno asili perché i figli staranno a casa con le madri.Lo stupro di gruppo di Palermo e tutta la sua nera e violenta cronaca.
Tre episodi concomitanti e connessi dalla pervasività di una cultura e ideologia maschilista e patriarcale che decide dove e come collocare l’oggetto donna/femmina con differenti gradi e contesti di violenza : sessuale, sociale e ideologica/culturale.
Ovvero come la responsabilità di ognun* nel suo specifico contesto/esperienza sociale può distruggere con i propri comportamenti violenti, anni di lavoro culturale, politico, istituzionale e sociale per migliorare e definire una pari opportunità estesa ad ogni ambito di vita della condizione femminile.
Avendo contro una cultura subdola e ben diffusa del potere misogino e violento che la nutre dal quotidiano della vita in un crescendo “patologico” fatto di una escalation a diversi livelli: dalle battute sessiste agli stereotipi, dalle molestie verbali e psichiche alle discriminazioni, dalle vendette pornografiche sui social alla vittimizzazione secondaria, dagli abusi alle umiliazioni e mutilazioni di dignità, dallo stupro all’assassinio.
Un insieme perverso che nella vita normale costruisce il terreno per il peggio con una illusione che nessuno sia responsabile mentre lo siamo tutt*
Di contro crediamo che ognuno, nel suo ambito della propria vita, all’interno della famiglia, tra le proprie amicizie, e nei contesti quotidiani del lavoro, politica, divertimento, possa e debba combattere nella quotidianità comportamenti e relazioni abominevoli e ingiusti, corrotti da un ideale di deresponsabilizzare che spesso giustificano o non condannano abbastanza azioni violente atte a sottomettere e mortificare l’altro o meglio l’altra. Prevenzione significa imparare a percepire e percepirsi e quindi riconoscere la violenza già dal suo primo manifestarsi di una cultura maschilista che parte dalle battute sessiste e arriva allo stupro fino alla morte.
Siamo tutti e tutte colpevoli se non ci indigniamo. Siamo tutti e tutte colpevoli se nei nostri ruoli, ambiti e relazioni non condanniamo questi comportamenti, se non parliamo con i nostri giovani di quanto disumano ci sia nel rimanere in silenzio difronte ad una ragazza mortificata e privata della sua libertà.
Non ci sono persone “mostro o “marce”, ci sono relazioni, culture e politiche mostro e marce che alimentano questo orrore a cui ognuno di noi può opporsi e respingere. A partire da un bacio non voluto che non deve essere dato mai!
Comunicato stampa del 25 agosto 2023
Comitato Pari Opportunità dell'Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna
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Data: 25-08-2023
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