Hikikomori: prevenzione e promozione del benessere psicologico

Lunedì 27 ottobre 2025 si è svolto nell’Aula del Consiglio Regionale della Sardegna un convegno organizzato dalla Presidenza del Consiglio Regionale dal titolo “Hikikomori: i ragazzi invisibili” al quale come Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna siamo stati chiamati a dare il nostro contributo.

Il termine Hikikomori sta ad indicare quegli adolescenti o giovani adulti che decidono di isolarsi dalla società, spesso auto relegandosi nella loro camera da letto e avendo contatti con l’esterno solo attraverso internet e i social.

Il fenomeno sembrerebbe riguardare un numero molto elevato di persone, oltre settantamila i casi accertati, ma sono probabilmente molti di più quelli reali.

Il Presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna ha ricordato come questo preoccupante fenomeno si inquadri in un contesto di sofferenza psicologica che colpisce tutta la fascia che va dall’infanzia alla giovane età adulta.

Secondo l'Istituto Mario Negri, un giovane su quattro soffre di depressione e uno su cinque di disturbi d'ansia. 

L'UNICEF stima che circa 2 milioni di bambini e ragazzi in Italia (un minore su cinque) abbiano problemi di salute mentale. 

Il suicidio è la seconda o terza causa di morte tra i giovani.

In questo quadro il fenomeno Hikikomori costituisce la condizione estrema di un isolamento sociale sempre più diffuso.

Non siamo quindi in presenza di una mera situazione di emergenza, ma di una stabile ed estremamente preoccupante condizione di sofferenza psicologica che necessita di interventi strutturali coordinati e non appunto emergenziali. Interventi che mettano insieme le diverse istituzioni coinvolte, politica, scuola, sanità, professioni, con la partecipazione delle famiglie e delle persone.

Gli interventi emergenziali sin qui messi in atto, seppure encomiabili, non potevano e non possono risolvere il problema. Il bonus psicologo, per esempio, nato appunto durante l’emergenza covid ha dato una risposta ad una quota estremamente ridotta di persone. Si stima che l’ultima apertura potrà dare risposta ad appena il 17% delle richieste pervenute.

Inoltre, dobbiamo considerare che per quanto si possa investire sulla cura non si raggiungeranno mai risultati apprezzabili, se non si lavora sulla promozione del benessere e sulla prevenzione.

Sono necessari interventi strutturali e stabili.

Come psicologi siamo impegnati in tanti ambiti nella promozione del benessere e nella cura del malessere che i giovani manifestano.

Siamo presenti nelle scuole, siamo presenti nei servizi sanitari e sociali pubblici, siamo presenti nel terzo settore oltre che negli studi professionali.

Tutta questa attività va però messa a sistema per renderla più efficace.

Nella scuola, per esempio, la nostra Regione è tra le più avanzate riguardo alla presenza degli psicologi, ma si può fare di più. Siamo già stati auditi dalla Seconda Commissione del Consiglio Regionale con la prospettiva di varare una Legge Regionale che istituisca in maniera stabile e continuativa la presenza dello psicologo nelle scuole.

Nel servizio sanitario pubblico stiamo lavorando sia a livello regionale sia a livello nazionale per l’istituzione dello Psicologo delle Cure primarie, figura fondamentale per promuovere la salute psicologica e per intercettare precocemente le situazioni di disagio.

Investire sui giovani, sull’istruzione, sull’educazione, sul benessere è una priorità assoluta.